I COLORI SFALSATI AIUTANO A CAPIRE LA QUANTITA’ DI LUCE SULLE VARIE SUPERFICI.
Illuminazione
Unitamente ad altri fattori ambientali che condizionano lo stato di benessere, l’illuminazione assume nel campo del lavoro una estrema importanza, in quanto un suo razionale impiego non solo favorisce l’incremento della produttività e contribuisce attivamente alla prevenzione infortuni, ma agisce positivamente sullo stato di benessere individuale e sulla componente psichica.
La corretta illuminazione dei locali e dei posti di lavoro e necessaria per consentire in modo agevole lo svolgimento delle mansioni in tutte le stagioni e in tutte le ore del giorno. L’illuminazione deve essere sempre adeguata qualitativamente e quantitativamente al tipo di operazione eseguita.
Cenni di fisica
La luce è costituita da radiazioni elettromagnetiche di lunghezza d’onda convenzionalmente compresa tra 380 e 780 nanometri (nm). A seconda della diversa lunghezza d’onda si hanno le varie sensazioni cromatiche che vanno dal violetto (400 nm) al rosso (700nm), passando per il blu-verde (500nm) ed il giallo-arancio (600nm).
La sensibilità massima dell’occhio umano si situa intorno a 500-550 nm e può variare, anche se di poco, in rapporto alla intesità della radiazione luminosa.
Le caratteristiche più importanti della luce sono:
l’intensità luminosa che è la quantità di energia luminosa emessa da una sorgente luminosa e si esprime in candele.
il flusso luminoso che è la potenza emessa da una sorgente o ricevuta da una superficie. Si misura in lumen che è la quantità di energia luminosa emessa da una superficie nell’unità di tempo.
L’illuminamento che è il flusso luminoso che raggiunge una unità di superficie. Si esprime in lux (lumen/m2)
La luminanza è il rapporto tra l’intensità luminosa prodotta da una superficie riflettente in una determinata direzione e l’area della proiezione di questa superficie nella stessa direzione prescelta. Si esprime in candele/m2 e riguarda la sensazione di luminosità di una superficie in confronto a zone adiacenti. A tale fattore è collegato il cosiddetto rapporto di luminanza tra un oggetto con una determinata luminanza e la superficie circostante. Alla luminanza è collegato, inoltre, il fattore di contrasto dato dal rapporto tra la differenza di luminanza tra la superficie in esame ed il fondo, e la luminanza del fondo stesso. Alla luminanza sono collegati fenomeni di abbagliamento e di discriminazione.
Capacità visive
Le capacità visive dell’occhio rispetto al livello di illuminazione sono notevolissime:
– visione fotopica, diurna, tra 10 e 100.000 lux.
– Visione mesopica, transizione, tra 10 e 0,005 lux
– Visione scotopica, notturna, tra 0,005 e 5×10` 6 lux.
Esprimendo tali valori in termini di luminanza (candele/m2), il rapporto tra le soglie estreme di visibilità raggiunge il valore di 10 12 e ciò rende meglio l’idea dell’ampiezza del campo della percezione dell’ochio umano.
Altre caratteristiche sono:
acuità visiva, cioè la capacità di distinguere dettagli di dimensioni piccole dell’oggetto osservato. E’ detto anche potere di risoluzione.
sensibilità differenziale che riguarda le variazioni minime di luminanza degli oggetti che può essere, in condizioni ottimali di illuminazione, inferiore al 2%
abbagliamento che è dato da una eccessiva differenza di luminanza tra due superfici e che nei casi estremi porta a vedere solo l’oggetto luminoso abbagliante e non il campo circostante. L’inverso della situazione di abbagliamento è quella nella quale i vari oggetti si presentano con luminanza idonea a creare un contrasto tra le varie immagini che sono tutte ben dettagliate.
Illuminazione naturale ed artificiale
E’ quella proveniente dalla luce solare diretta o riflessa dalla volta celeste o da tutti gli oggetti che ci circondano, la cui intensità luminosa varia da 500-1000 lux, rilevati ad esempio sul davanzale di una finestra, a 50.000 lux sul terreno in piena stagione estiva.
Mentre la luce solare diretta è causa di abbagliamento, quella riflessa dall’atmosfera invece è la più adatta all’occhio perché più uniforme, anche se di intensità minore.
La luce diffusa degli oggetti circostanti (pareti, soffitto, pavimento, edifici prospicienti ecc.) è al contrario in rapporto al coefficiente di riflessione delle rispettive tinte di colore, che va dal 65 all’80% per una superficie bianca, al 15-25% per una tinta grigio-scura.
Una sufficiente illuminazione di un ambiente di lavoro confinato richiede pertanto una quota minima di luce diretta; negli ambienti di lavoro l’intensità di illuminazione varia in rapporto al tipo di lavoro che viene svolto e comunque mai inferiore ad almeno 40 lux sul piano orizzontale.
La luce solare diretta non è consigliabile negli ambienti di lavoro per l’eccessiva brillanza che essa determina, con un conseguente affaticamento della vista.
L’illuminazione naturale è tanto più intensa quanto maggiore è la porzione di volta celeste visibile nell’interno dell’ambiente e quanto maggiore è l’angolo secondo cui questa luce giunge all’interno.
Di conseguenza, fondamentale importanza acquista il numero e soprattutto l’ampiezza delle finestre, la quale è correlata alla superficie del pavimento, in un rapporto di almeno 1:8 della superficie di calpestio.
Quando non risulta sufficiente la luce naturale si sopperisce con la luce artificiale.
Dal punto di vista igienico l’illuminazione artificiale degli ambienti di lavoro deve avere almeno tre requisiti essenziali:
essere sufficiente, senza provocare peraltro fenomeni di abbagliamento;
uniforme, con giusta proporzione tra luce ed ombra;
Valori limite
La normativa vigente in materia di igiene del lavoro prescrive che i lavoratori operino in ambienti raggiunti dalla luce naturale, salvo casi particolari in deroga. Anche la luce artificiale deve essere prevista per integrare la luce naturale al fine di garantire lo svolgimento dell’attività in sicurezza e senza particolare affaticamento visivo.
Naturalmente, la quantità di luce necessaria dipende dalle caratteristiche del lavoro ed è direttamente proporzionale alla precisione richiesta nel suo svolgimento. Allo stato attuale, i principali riferimenti utilizzati per valutare l’adeguatezza delle fonti luminose artificiali disponibili sono basati sulle indicazioni fornite da norme tecniche quali le ISO e le UNI. La norma UNI 8995 prevede diversi livelli di illuminazione in base a 9 tipologie di riferimento fornendo un range legato a fattori ambientali e/o soggettivi, quali, ad esempio la capacità visiva dell’operatore. Anche la norma UNI 10380/A1 1999 (Illuminotecnica – Illuminazione di interni con luce artificiale) aggiorna e completa la UNI10380 del 1994, in particolare introducendo un unico valore prescrittivo per ogni compito visivo, invece dei tre originali.
L’illuminazione degli ambienti di lavoro deve essere valutata sulla base delle varie attività previste: l’art. 10 del DPR 303/56 (che prevedeva limiti troppo bassi) è stato abrogato dal D.Lgs. 626/94 che non introduce nuovi limiti minimi e permette in pratica di adeguarsi ai più corretti standard europei.
Confronto con i nuovi standard europei – UNI 8995 – (valori espressi in lux)
Locali o tipo di lavoro | Vecchie disposizioni del DPR 303/56 | Standards europei |
Esempi di illuminazione (valori in lux) di alcune specifiche situazioni: |
Deposito | 10 | 100 – 200 | Farmacia, Magazzino, ecc. |
Aree di passaggio | 20 | 100 – 200 | Spazi di circolazione e collegamento padiglioni, scale, ingressi e pianerottoli, ecc. |
Lavori grossolani | 40 | 200 – 400 | Sala riunione, cucine, spogliatoi, docce, ecc. |
Lavori di media finezza (illuminazione generale) | 20 | 200 – 400 | Lavoro al VDT (Illuminaz. generale), Uffici tecnici, locali custodi ecc. |
Lavori di media finezza (illuminazione localizzata) | 100 | 1000 – 2000 | Laboratorio di analisi, medicherie, odontotecnica, anatomia patologica ecc. |
Lavori fini (illuminazione generale) | 40 | 400 – 800 | Laboratorio di analisi, medicherie, odontotecnica, anatomia patologica, stireria, ecc |
Lavori fini (illuminazione localizzata) | 200 | 2000 – 4000 | Cappe biologiche, specchio di Clar, lampada a fessura ecc. |
Lavori finissimi (illuminazione generale) | 60 | 800 – 1200 | Camera operatoria |
Lavori finissimi (illuminazione localizzata) | 300 | 4000 – 6000 | Campo operatorio |